Il Festival Amphiteatrum Nasce nella città di
Santa Maria Capua Vetere (Santa Maria 'e Capua in dialetto, anche abbreviata come Santa Maria C. V. o S. Maria C.V.) è un comune italiano di 31 868 abitanti[1] della provincia di Caserta in Campania.
Sorge esattamente sulle rovine dell'antica Capua, come attestato dai numerosi monumenti dell'epoca romana – su tutti, l'Anfiteatro Campano, secondo per grandezza soltanto al Colosseo – nonché dall'etimologia dell'odierno toponimo. Dopo gli antichi fasti, la città mutò in un borgo contadino con il nome di villa Santa Maria Maggiore (villa Sanctae Mariae Maioris) ed entrò a far parte della universitas capuana.
Città famosa per la Storia del grandissimo Spartaco, Gladiatore Ribelle
Di preciso si conosce ben poco sulla sua giovinezza, se non che con ogni probabilità nacque in Tracia[1], presso un non ben specificato luogo sulle rive del fiume Strimone (l'odierno fiume Struma, in Bulgaria), tra il 111 ed il 109 a.C. circa, in una famiglia d'aristocratici facente parte della tribù dei Maedi. Sin da giovane militò nelle file dell'esercito romano, con cui combatté in Macedonia, e, secondo quanto riportato da Plutarco, fu sposato con una sacerdotessa della sua stessa tribù, dedita al culto di Dioniso.
Spartacus non era il suo vero nome, bensì un soprannome, datogli molto probabilmente da Lentulo Batiato, e generato forse come una latinizzazione di Sparadakos ("famoso per la sua lancia") o di Spartakos (che poteva forse indicare un particolare luogo della Tracia o il nome stesso d'un qualche sovrano leggendario della regione[2]) o, ancora, come un possibile riferimento alla città-stato greca di Sparta, la città guerriera per antonomasia nell'immaginario antico.[3]
La ferrea disciplina romana che dovette sopportare all'interno della milizia lo convinse, alla fine, a disertare e a tentare la fuga. Come riportato da Appiano di Alessandria[4], egli venne ben presto catturato, giudicato disertore e condannato, secondo la legge militare romana, alla riduzione in schiavitù, probabilmente insieme alla moglie (cosa non insolita). Appiano riporta anche la teoria secondo la quale Spartaco non fu schiavizzato per diserzione, ma perché prigioniero di guerra in quanto alleato, con la sua tribù, di Mitridate VI del Ponto durante la guerra di questi contro la Repubblica romana.[3] La spiccata conoscenza delle tattiche legionarie romane dimostrata dal Trace nel corso della sua rivolta, però, ha fatto propendere gli storici moderni e contemporanei per un suo trascorso in qualità d'ex-legionario ausiliario.[3]
In seguito, intorno al 75 a.C., fu destinato a fare il gladiatore; Spartaco, infatti, venne venduto a Lentulo Batiato, un lanista che possedeva una scuola di gladiatori a Capua. Secondo Plutarco, mentre era a Roma in attesa di essere venduto, una notte un serpente gli si attorcigliò intorno al viso mentre dormiva, fatto che sarebbe stato interpretato dalla sua compagna profetessa come il presagio di "una grande fortuna" oppure, secondo un'altra interpretazione del testo dello storico greco, di "una grande sventura".
A Capua, Spartaco fu obbligato a combattere all'interno del famoso anfiteatro campano contro belve feroci ed altri gladiatori, com'era in uso a quel tempo, per divertire popolo e aristocrazia.
Il festival Nasce per premiare Registi, Attori, Compositori, sceneggiatori attraverso i loro lavori